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discorso per fare bene le cose · 4.1 esempi

Esempi: sito web minimo

Criteri di valutazione, specifico tecnico, tipicità

criteri di valutazione: nome significativo, identificabilità d’immagine, dominio in proprietà, equilibrio tra risorse per la gestione e contenuti/funzionalità proposte, libertà da vincoli di mantenimento.

 


Piccola/media realtà artigianale, con saturate potenzialità produttive e che non ha previsione/interesse di espandersi, richiede una presenza web formale, motivandola in via principale con l’inderogabilità di questo riferimento di aggiornata visibilità.

Spesso questa committenza viene agganciata dai vari servizi «tutto compreso a poco prezzo». Risultato, qualche pagina standard d’impostazione vista e rivista, superficialmente personalizzata e pesantemente «movimentata». Nel pacchetto alcune funzioni di facile effetto, indirizzate ai media sociali (social media), alla localizzazione geografica, alla condivisione di repertori fotografici (le gallery)...: utilità spesso del tutto indolori per chi le propone, poiché gestite attraverso risorse gratuite esterne. L’insieme, di solito, si collega a modalità di contatto ridondanti e dispendiose di attenzione, per questo destinate ad essere sterilmente abbandonate a se stesse. Immancabili, ed ineffabili, le aleatorie promesse di indicizzazione sui motori di ricerca, questione molto propagandata ma assai poco compresa! Approfondiremo in altra sede, qui diremo solo che quelli di Google, per esempio, non stanno lì per divertimento, ed i loro algoritmi di selezione non sono propriamente alla pubblica mercé! Di norma, il tutto si accompagna a risorse server condivise con altri, e spesso appena sufficienti, benché cavalcanti l’illusorio mito dell’«illimitato». In «omaggio» infiltrazioni promozionali e statistiche di varia natura: comunemente traggono più loro dai siti che i siti da loro. Con queste soluzioni, l’eventuale gestione autonoma dei contenuti non potrà che essere minimale e stereotipata, anche quando supportata da corredi compositivi apparentemente ricchi. Tipica, ancora, la cessione dell’uso, ma non della proprietà del nome dominio: a ciò seguiranno servizi vincolati a canone, in genere variamente progressivo e, regolarmente, manutenzioni ed extra a parte.

Ecco come ottenere poco, pagare complessivamente molto (magari a piccole dosi), non costruire stabilmente nulla.

Vi sono poi delle risorse del tutto gratuite, di solito appoggiate a varia forma di sottodomini, talune di pregio e motivate da intenti di condivisione non predatori. Se apprezzabilissime per la costituzione di spazi web amatoriali, esse tuttavia sono del tutto inadatte all’associazione a riferimenti di visibilità aziendale.

In realtà, questa fattispecie può trovare in modo molto semplice una soluzione opportuna, utile e ragionevolmente praticabile.

Si tratta, anche qui come altrove, di selezionare e specificare equilibrate componenti d’intervento. In questo caso, capisaldi devono essere riconoscibilità, semplicità, sintesi, scalabilità nei diversi dispositivi di fruizione: una significativa pagina principale d’approdo, qualche altra ad eventuale specificazione o corollario, un’essenziale modalità di contatto, un riferimento logografico adeguato, un dominio in proprietà diretta. Fine.

In altre parole, una misurata e chiara committenza: una tantum, di dimensione necessaria e sufficiente, eventualmente integrabile, senza particolari aggravi di gestione, senza «sorprese» di mantenimento, con pieno controllo di proprietà, e per la quale basteranno ampiamente risorse server minimali, anche nel costo.

Molto di più a molto meno, anche calcolando nel breve/medio periodo. Unica incombenza, individuare un professionista onesto che se ne occupi (uno studio, un freelance, un’agenzia). E qualora in futuro quest’ultimo non dovesse più soddisfare, non vi sarà nessun vincolo a riferirsi ad altri: il sito è in proprietà!

Continuando ad essere ben chiari e pratici, è certo che nessuna persona per bene potrà consegnare delle pagine web dedicate, anche poche, in una manciata di ore o addirittura di minuti, nondimeno per qualche decina di euro! Ci vorrà un tempo plausibile, collaborazione, e il giusto corrispettivo dell’impegno necessario a quella qualità che potrà essere effettivamente utile, l’unica che ha senso perseguire. Ma, specie se già sussistono validi riferimenti d’immagine (nome, logotipo, ecc.), si tratterà di operazioni che, pure articolate, sono basi non picchi del mestiere, dunque di ragionevole impegno e conseguente costo: in questa modalità, un investimento accessibile e certamente proficuo.

Ovvio che non sarà questa la via per ottenere un sito in tempo reale, costruito con pochi click e qualche copiaeincolla, magari anche in uso gratuito per i primi mesi. Ma quanto diversamente si avrà sarà stato realizzato per essere davvero utile ed efficace, non principalmente per affibbiare un sito ad un cliente in più e fidelizzarlo in prospettiva di oneri aggiuntivi.

 

 

la redazione

 

 

 

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