discorso per fare bene le cose · 4.3 esempi
Esempi: pieghevoli
Criteri di valutazione, specifico tecnico, tipicità
«Mi serve un piccolo pieghevole promozionale, a poco prezzo!» Distinguendo bene dai periodici multipagina delle grandi catene commerciali, che per razionale, tecnologia, organizzazione e investimenti costituiscono diversa fattispecie, chi artigianalmente cerca di dotarsi di questo piccolo stampato normalmente finisce per ritrovarsi con il cosiddetto quartino: un foglio piegato in due a formare 4 facciate. In alternativa, formulazioni comunque già viste migliaia di volte: per forme, costituzione, financo per buona parte dei contenuti.
Ormai ce ne recapitano talmente tanti, di questi, che altrettanto comune prassi è di passarli a brancate al bidone della carta, direttamente. Forse costerà anche poco — composto, stampato e «recapitato» —, ma qual è l’effetto? Spesso intasare la cassetta delle lettere, magari rovinando qualche missiva importante, accomunandosi, per stile, a certe telefonate promozionali, non richieste, che immancabilmente ci inter... rompono gli affari con ineffabile tempismo.
Più gravi rilievi si possono ancora osservare sul comune metodo di consegna: dal punto di vista etico, se non di civiltà. Tradizionalmente affidato ad entusiasmo studentesco, per l’arrotondamento della «paghetta», o simili, il recapito oggi viene tipicamente effettuato da non propriamente limpidi nuvoli di sfruttati, con «correlata» altrettanto grigie. Nel complesso, forse non proprio la migliore delle presentazioni! Od ormai siamo indifferenti a tutto?
Detto ciò, diventa superfluo dire della noiosa ripetitività che si lega a questo tipo di stampati, proposti in varianti assolutamente sovrapponibili, nulla di più lontano dalle prerogative di un messaggio notabile, apprezzato e ben individuato, quale dovrebbe essere quello promozionale. Tipico l’accatastamento di sollecitazioni grafiche arbitrarie: disegni, informazioni, colori. Stili, effetti, ombreggiature, pittografie... tutto visto e rivisto, tutto controproducente. Di solito ha l’unica funzione di illudere il malcapitato committente (e talora lo stesso inconsapevole autore) che vi corrisponda una lavorazione ricca e articolata.
In realtà, anche qui, semplicità, chiarezza ed opportunità sono condizioni non svicolabili. Un oggetto anche apparentemente modesto, se recapitato (o reso disponibile) significativamente, in luogo opportuno e in modo educato, costerà pochissimo, riceverà attenzione e potrà dare risultati di pieno soddisfacimento.
Se ve ne fosse giustificazione se ne potrebbero sviluppare declinazioni anche molto sofisticate — in cartotecnica, materiali, trattamenti —, ma a dover minimizzare costi e massimizzare elasticità, nulla che non si possa trarre anche da una semplice fotocopia in nero. Un’azzeccata composizione di formato, di pieghe e di contenuti, unita a soluzioni grafiche che valorizzino la «povertà» del mezzo: ecco uno stampato di qualità, molto economico e massimamente adeguabile nella tiratura e nelle eventuali varianti.
Non è solo questione di costi. Cosa serve? Competenza e idee. Cosa non serve? Modelli preformati, effetti ed iconografia dozzinale.
la redazione
«prec. discorso per fare bene le cose succ.»