discorso per fare bene le cose · 4.5 esempi
Esempi: biglietto da visita
Criteri di valutazione, specifico tecnico, tipicità
Nell’era di internet capita spesso di vedere trasmigrate nella grafica dei biglietti da visita intere pagine web, ripetute tal quali.
Colpevole anche la grande estensione delle modalità attraverso cui ottenere questo tipo di stampato, e l’assoluto impoverimento di competenza specifica che ne è derivata, assistiamo a florilegi di improbabili composizioni: stipate di colori, figurazioni, marchietti, geometrie, informazioni e delle immancabili «font a casaccio».
Diremo in merito solo poche cose essenziali.
Probabilmente destinato a rapida estinzione, soppiantato dalle forme digitali, il biglietto da visita è innanzitutto da intendersi quale oggetto strumentale corrispondente della presentazione a voce. In modo particolare esso è tradizionalmente destinato a favorire in modo garbato la comunicazione e la persistenza di essenziali riferimenti di identità e contatto.
Per questo motivo, come una educata presentazione, deve essere piacevole e discreto, senza gravare chi lo riceve di sovrabbondanze di nessuna natura. Se ne vedono addirittura a due ante, con densità di informazioni buone per un Bignami! Per non dire di plastiche, vernici, contenitori, ecc. Quando questa fosse l’esigenza, meglio accompagnare un più appropriato biglietto con altro tipo di stampato commisurato alle necessità.
Non si fraintenda, è certamente da perseguire una individuale caratterizzazione dell’oggetto, ma ciò può opportunamente realizzarsi semplicemente agendo sulle qualità, senza ricorso ad elementi impropri. La scelta di un carattere di pregio, né eccessivo, né banale, un supporto discretamente caratterizzato e piacevole al tatto, una meditata declinazione tonale, chiarezza di informazioni, pulizia di composizione... possono tutti tradursi in riferimenti di riconoscibilità.
la redazione
«prec. discorso per fare bene le cose succ.»