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la forma delle parole · 2 le parole che scrivo

Gamma seriale: elaborazione

Articolazione interpretativa


2.6.7 gamma seriale: elaborazione
Interpretazione della forma.
Caso a sé, in tipologia esiste una classe seriale riferita espressamente all’interpretazione della forma, più precisamente della radice formale: interpretazione più o meno superficiale o di sostanza, forma più o meno generica o definita. Nell’uso consueto è indicata come «decorazione», termine per certi aspetti riduttivo che qui si preferisce riorientare in «elaborazione». L’insieme che convenzionalmente in essa si raggruppa non sembra infatti possa contenersi alla sola qualificazione appositiva, arricchitiva, di specificazione, ma talora si concretizzi nell’ambito pienamente creativo. Vi sono variazioni che certamente possono definirsi decorate, ornate o propriamente fiorite, mutuando il termine dall’arte gotica; in altri casi, la matrice genetica si evolve in aspetto autonomo, e il riferimento seriale, quale declinazione di una forma d’origine, decade a valenza subordinata talora inessenziale.

Al primo gruppo appartengono, ad esempio, le serie cosiddette Swash, caratteri con estensione di terminali e svolazzi, i Negative, segni costituiti per inversione fra grafismo e contrografismo, gli Out(line)In(line), rispettivamente contornati e filettati. Si tratta di variazioni in cui unità e intento seriale sono programmatici, e l’elaborazione non sovrasta mai la ragione prima del disegno.

canoniche - elaborazione


In taluni casi di interpretazione «canonica», si possono estensivamente comprendere in questa classe anche caratteri di cui si abbia solo la serie «elaborata», o più variazioni di essa. Classica è l’evenienza di tipizzazioni limitate alla versione filettata, o contornata, di cui comunque si riconosca la correlazione ad un modello astratto distintamente riferito. Del resto, capita vi siano disegni solo in tondo o in corsivo, solo in grassetto o condensati, di cui è comune (e corretto) distinguere l’individualità unitamente alla caratterizzazione seriale. 

uniche


Altre evenienze, viceversa di più marcata creatività e autonomia, rilevano la forma del grafismo coinvolgendo eterogenee tecniche di interpretazione geometrica e definizione cromatica, spesso spingendosi al limite della variazione stilistica e dell’unità seriale: cubitali, prospettici, variamente tridimensionali, a mosaico, a pattern, ritagliati, degradati, ecc. Agganciate in partenza a declinazioni consuete, di queste tipologie non è scorretto riconoscere una sorta di specificità seriale, anche se in relazione alla prospettiva d’osservazione essa potrà sovrapporsi, in gran parte o del tutto, alla radice autonoma e primaria del disegno.

autonome


Non guasta, a questo punto, una nota su cosa non sia da intendersi «elaborazione» seriale. In alcuni casi, infatti, la matrice di partenza si traduce in mero pretesto, infine disconosciuto. Perduta la correlazione esplicita (o implicita), essi non possono più ritenersi variazioni o specificazioni, ma oggetti autonomi, da porsi senza eccezione «fuori gamma» in collocazione propria. Esempio evidente sono le tipizzazioni «figurative», le quali in genere prendono vita per intaglio e/o superfetazione di un disegno originario, che poi si perde del tutto, e con esso il legame seriale. Da elaborazioni divengono quindi fantasie, o meglio, creativi. Altre volte, dall’interpretazione prende corpo un ben definito stile, che dunque merita di essere considerato nella sua individualità, a prescindere dalla decorazione.

fuori serie


In relazione alla generalissima categoria degli «elaborati» si possono quindi specificare due considerazioni di sintesi: individuando essa una classe di margine, diviene discriminante la riconoscibilità della matrice unitaria di gamma, in altre parole, l’evidenza del legame univoco (esplicito o implicito) della data serie ad una famiglia tipizzata più ampia.

Per altro verso, se è proprio la continuità seriale a qualificare e a dare ragione alla classe, non è infrequente rilevare la scarsa significatività del suddetto legame, ancorché enunciato e programmaticamente ricercato dal tipizzatore. Ciò d’evidenza in relazione alle concrete potenzialità di coordinamento e assimilazione pratica con le declinazioni seriali congiunte. Infatti, andando oltre l’inevitabile rigidità della schematizzazione tipologica — che ricordiamo è ausilio, non sostanza —, queste tipizzazioni «elaborate», salvo casi strettissimi, non si possono che intendere come entità a funzionalità autonoma.

Bene si comprenda, più in generale, che il concetto tipologico di gamma seriale è dunque astratto e strettamente strumentale, componendosi in esso non solo declinazioni «immediate», ad esempio di tono o dimensione, ma categorie formali e semantiche radicalmente distinte. Lo si è visto in precedenza trattando di maiuscolo, minuscolo, tondo, corsivo; ciò vale appunto anche per le declinazioni elaborate. Ed infatti è tipica ingenuità, che si lascia a neofiti, avventizi, e mestieranti meno attrezzati, il ritenere che esista una sorta di certificata licenza d’accostare serie della stessa famiglia, indistintamente, per il sol fatto che riecheggino medesima radice stilistica o, a maggior ragione, onomastica.

 

 

 

gac

 

 

 

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