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discorso per fare bene le cose · 4.4 esempi

Esempi: cartellone

Criteri di valutazione, specifico tecnico, tipicità

criteri di valutazione: fruibilità, qualificazioni identitarie, sintesi, creatività.

 


«Facciamo un bel cartellone!», con riferimento vario a manifesti, pannellature, quadri grafici isolati... insomma, al grande/grandissimo formato.

Se, ottimisticamente, si può confidare che qualche imperfezione tecnica o compositiva possa magari sfuggire nella rapidissima fruizione del piccolo stampato, tutto ciò che affideremo a dimensioni notabili avrà, proporzionalmente, evidenza «cubitale»: così anche eventuali errori. Quindi, fatto per fare... meglio evitare!

Si consideri che quanto va in grande formato, o comunque è collocato in composizioni a visibilità isolata o prevalente — ad esempio le pubblicità a piena o doppia pagina — tende a connotarsi di un marcato accento identitario, piuttosto che assumere valenza descrittiva o diversamente corollaria. Così, ciò che si esprimerà recherà (e produrrà) forti corrispondenti d’immagine. Da osservare poi che, se per stampati minuti si può far conto su un’ergonomia più o meno certa, per dispositivi di maggior scala, es. appunto i cartelloni, la questione costituisce invece elemento assai mutevole ed articolato. È innanzitutto un fatto di distanza di fruizione, nondimeno di contesti, dinamicità, frequenze della stessa. Condizioni che possono presentarsi e comporsi in forma alquanto varia, e non necessariamente univoca.

Per prima cosa si dovrà assumere un ben ragionato quadro delle collocazioni, di lì ricavare limiti e caratteristiche di «ergonomia». Solo a questo punto, con priorità rispetto a ogni altro eventuale ragionamento stilistico e di contenuti, si potranno definire proporzioni e tessitura compositiva. Pena rischiare di realizzare inintelligibili orpelli, quali certi «francobolli» sputacchiati a cornicetta di altissimi edifici, oppure precariamente appesi ai pali della pubblica illuminazione. All’opposto stanno quelle soverchianti «tappezzerie» di cui si leggono le parole due lettere per volta, e che smembrano le figure a pezzettini.

Molto più frequenti, e se possibile inquietanti, gli accatastamenti informi di contenuti che, nel migliore dei casi, appaiono come macchie di colore. Terrificanti e comunissime, infine, le grafiche a «bigliettone da visita», fastidiose alla vista per povertà di idee, rozzezza ed approssimazione.

Elencati alcuni pericoli da fuggire, cosa si deve fare? In realtà non è possibile stilare indicazioni esaustive. Si tratta, infatti, di opere in cui l’elemento creativo ha ruolo fondamentale, e la creatività, costitutivamente, non è ordinabile a priori. Di certo, bisogna rispettare alcune opportune condizioni, ad esempio sintesi e usabilità, ma le opere possono esprimersi in modi e con accenti diversissimi e personali.

È possibile utilizzare la fotografia, il lettering, l’iconografia, il disegno..., più spesso calibrate composizioni di diversi linguaggi. L’obiettivo, in breve, è di produrre un’elemento d’attenzione che supporti la comunicazione di un messaggio leggibile, chiaro, utile e correttamente connotato.

A volte vi sarà la necessità di veicolare contenuti estesi, opportuno in questo caso distinguere nettamente tra un elemento principale e i messaggi corollari, il rischio è di non riuscire infine a comunicare nulla. Altre volte si dovrà tener conto di ergonomie complesse e dunque lavorare con più focalizzazioni, evitando al contempo di generare contraddizioni e disomogeneità. Ecc., ecc.

I dettagli strettamente produttivi sono altrettanto vari delle condizioni di fruizione e delle tecniche espressive. In relazione a materiali, collocazioni, dimensioni, tecniche, ecc., si dovranno adottare distinte soluzioni d’opportunità. Nel comune caso cartaceo, ad esempio, si potrà valutare se andare singolarmente a pieno formato, comporre più tagli in un unico foglio macchina o, all’opposto, lavorare per sottomultipli; se usare uno, due, quattro o più colori, se tessere una risoluzione adatta a visione ravvicinata o ad angoli prospettici ridotti, se utilizzare supporti più prestazionali oppure di maggior rusticità.

Considerazioni diverse si porranno, evidentemente, per interventi d’altra natura materiale e tecnologica: quali rulli, diffusioni su schermo, proiezioni, livree, ecc.

In conclusione, una nota operativa dedicata ad una valutazione che capita talora di sentire: «Ho usato un servizio online, e mi sono trovato benissimo!» Circa i servizi creativi più o meno automatici, rimandiamo inesorabilmente a quanto detto fin qui: difficile automatizzare la sintesi progettuale! In merito invece a quelli esclusivamente di stampa, a nostro avviso, se la grafica è in bianco e nero (preferibilmente al tratto), od utilizza solo riferimenti pantone, potrebbe anche essere plausibile avventurarvisi con qualche presupposto tecnico di garanzia rispetto ad esiti inaspettati. Fatta salva, naturalmente, l’effettiva convenienza economica. Con maggiore complessità cromatica, invece, un unico passaggio estemporaneo a distanza potrà condurre a ben poco. Con certezza! Ma questi sono discorsi d’interesse più per l’apprendista stregone che per il committente.

Va ancora precisato che la stampa non è fatta solo di colore, ma di carta, processi e macchine. Anche un medesima matrice può dare esiti diversissimi tra loro, in ragione di varie condizioni. In breve, non si creda che fatto il file (ma anche la pellicola, o la lastra) sia finita lì: si va in stampa, pronti... via! Vi sono delle auspicabili operazioni di prestampa, in cui il coordinamento con il buon tipografo, a monte e a valle del processo, sarà sempre di fondamentale aiuto per rifinire e centrare il risultato.

Anche i migliori professionisti, cui naturalmente non sono rivolte queste nostre indicazioni, nonostante l’esistenza di standard di riferimento sempre più rispondenti, la consuetudine con le specifiche tipografie, l’utilizzo di dispositivi molto sofisticati, la presenza di compensazioni, calibrature e accuratissimi profili colore, prevedono l’eventualità di margini di tolleranza e, di prassi, eseguono controlli pre esecutivo, anche a piè di macchina. Ovvio che, se per sensibilità o indifferenza, tutti i rossi son rosso, i grigi grigio, il bianco della carta semplicemente bianco... quanto detto risulterà superfluo. Ciononostante si tratterebbe di una grossolana svista.

 

 

la redazione

 

 

 

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